EXCLUSIVE CONTEMPORARY ART

Vered Zaykovsky

IL TUR – Domus | Vered Zaykovsky

Tavolino in vetro, acciaio e riviste – 2007

Il tavolino da caffè più originale non ha le riviste appoggiate sulla sua superficie, ma sotto. E le utilizza come base. Per crearlo non c’è stato bisogno di colla, né di tagli: la struttura che regge il piano di vetro è fatta con sei copie di Domus intrecciate tra loro. In qualsiasi momento la base può essere smontata e le riviste possono tornare a svolgere la loro funzione.
La sua ideatrice è la designer e artista Vered Zaykovsky, originaria di Tel Aviv, ma trapiantata da tempo a Milano. Il suo è un progetto che parla di improvvisazione, riciclo dei materiali e di incontro tra cultura occidentale e orientale. La tecnica utilizzata, infatti, prende spunto da un’antica tradizione, che crea oggetti attraverso l’intreccio di materiali naturali, come foglie di dattero o corde. “Svolgendo una ricerca sui materiali grezzi disponibili in una grande città, mi sono resa conto che siamo sommersi da prodotti finiti mentre le materie grezze sono difficili da trovare”, racconta Vered. “Le riviste, invece, sottoprodotto della cultura industriale, sono ovunque e si sono rivelate un materiale grezzo dalle grandi potenzialità”.
Il tavolino ‘I(l)tur’ – il nome è un gioco tra le due parole ebraiche improvvisazione (Iltur) e ornamento (Itur) – è stato presentato alla Biennale di Saint-Étienne all’interno della collettiva “Re-Oriented Design Israel”, curata da Ely Rozenberg con l’intento di fare conoscere le peculiarità e il metodo di lavoro di alcuni giovani talenti israeliani.
Un design che ha alle spalle una storia progettuale recente e che pure può contare su scuole e istituti conosciuti e apprezzati a livello internazionale, come nel caso della Bezalel Academy. È un universo progettuale non appesantito da ingombranti tradizioni che attinge alla cultura artistica e artigianale dei paesi mediorentali e che, in una realtà industriale di piccole dimensioni, riesce a esprimersi soprattutto attraverso prototipi e ready made. Di questi, alcuni saranno realizzati in serie, ma molti rimarranno appannaggio di pochi, prodotti in numero limitato. Un altro filo conduttore che lega i progetti “made in Israel” è la capacità di riutilizzo, abbinando materiali in disuso e vecchi oggetti a parti nuove.
Il tutto condito da una buona dose di ironia. Non sorprende perciò trovare un divano composto da 120 soffici sfere di tessuto (“Animi Causa”, opera di Sarit Attias e Amit Axelrod) accanto a una caffettiera che recupera la cerimonia tradizionale beduina, nella quale il caffè si beve sdraiati su comodi cuscini (“Pillow Talk” di Yael Novak), e ad una lampada alogena che affonda le radici nella tradizione sumero-babilonese (“Ishtar” di Sivan Naar).

VERED ZAYKOVSKY
Nata a Tel-Aviv (1968), si laurea in Industrial Design presso Bezalel, Academy of Art and Design, Jerusalem (1993). Appassionata di processi, incuriosita dal reciproco rapporto tra spirito e materia, le sue attività spaziano tra ricerca e sperimentazione, progettazione e didattica. Dal 1998 vive e opera a Milano come libera professionista, disegna oggetti ed esperienze, ama la collaborazione con l’industria e la lavorazione artigianale. Nel 2007 il suo tavolino “ILTUR” vince il primo premio “Best Mediterranean Project” al Palermo Design Week e nel 2008 è tra i vincitori del concorso TorinoGeoDesign. Ha progettato per il settore dell’ High-Tech e quello dell’arredamento, ha realizzato degli allestimenti ed installazioni, ha tenuto laboratori di varie tipologie, partecipato in mostre collettive e personali, ha lavorato come art-director e product manager e dal 2011 è la direttrice del Triennio di Design a NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, Milano. Tra le sue collaborazioni: Bysteel, Driade, ENI, Id-Lab, Material Connexion, NABA, Politecnico di Milano, Sturm Und Plastic, Torino World Design Capital, Triennale Design Museum.