Rino Feroce
Rino Feroce: Teano (CE) – Pozzilli (IS)
Dell’artista va ricordata la sua coerenza artistica, vera fedeltà all’accademismo pittorico del novecento, e quella ideologica: elementi che lo portarono a scontrarsi più volte con la critica politicizzata degli anni sessanta/settanta, gestita dagli allora artefici del “pregiudizio modernista”.
A causa dalla prematura scomparsa del padre, si arruolerà giovanissimo nell’aviazione per mantenersi agli studi e, trasferitosi a Bergamo nel 1955, incontrerà Piero Urbani, suo primo grande Maestro.
Dopo aver completato gli studi, (Diploma presso l’Istituto d’Arte di Napoli – il Corso di Nudo Accademia – Diploma Accademia Belle Arti Frosinone), ritornerà a Bergamo per insegnare le materie artistiche. Vincerà la Cattedra di Scultura (1978), la Cattedra di Pittura (1979) e concluderà l’insegnamento presso il Liceo Artistico di Cassino.
Pur restando prevalentemente nella sua Teano (CE), la sua cospicua carriera artistica lo porterà a partecipare a numerose rassegne d’arte in ambito nazionale ed internazionale, nelle quali si distinguerà sia per l’ingente numero d’onorificenze, che per la quantità di primi premi vinti.
Nel 1964 fu prescelto a rappresentare l’arte campana a Genova (Esposizione delle Nazioni). Grazie a questa presenza divenne membro onorario della “Storica Accademia Tiberina” di Roma, oltre ad ottenere la sua prima personale a New York, dove sarà richiesto anche come Docente presso alcuni College statunitensi.
Effettuerà un importante numero di personali e si caratterizzerà come uno dei Maestri di Terra di Lavoro che hanno lasciato il maggior numero di opere pubbliche su tutto il territorio del Bel Paese.
Le città dove ha svolto alcune sue personali, di cui abbiamo documentazione, sono: Cassino, Frosinone, Caserta, Genova, New York, Tokyo, Napoli, Latina, San Felice al Circeo, Vigevano, Firenze, Baia Domizia, Feltre, Pescara, Bergamo, Trescore, Teano, Sessa Aurunca, Rivello, Potenza, Lago Sirino, Roma, Maddaloni, Avellino, Ragusa, Acquafondata, Lipari, Sala Consilina, Ferrara, Capua e Comiso.
Dopo un lungo periodo di ricerche, si dedica allo studio degli affreschi pompeiani da cui trae ispirazione per la sua pittura ad Encausto, tecnica antica e sicuramente difficile, con la quale riesce ad ottenere effetti quanto mai suggestivi, grazie, soprattutto, ad alcune innovazioni apportate in materia. Poche opere ad encausto del Maestro Rino Feroce sono attualmente in possesso degli eredi, oppure rintracciabili in collezioni private del nord Italia, in particolar modo nelle città di Milano, Varese, Ferrara, Vigevano, Brescia e Bergamo.
Alcune Opere Pubbliche
Affresco Sala Consiliare del Comune di Teano (m. 4 x 5) – Battaglia dei Sidicini e gli Ausoni
Via Crucis (14 opere di cm. 90 x 90 in bronzo) – Chiesa di San Francesco in Teano
Monumento bronzeo al Reverendo Don Mimì Mottola – Santuario di Cappelle in Teano
Monumento bronzeo al Dottor Vito Fabiani – Latina.
Statua di Santa Scolastica – Chiesa del Colloquio a Montecassino
Busto in argento del Papa S.Leone IX – Cattedrale di Sessa Aurunca
Monumento “Sisma ‘80” – Centro Storico della Città di Avellino.
Opera pittorica “Apoteosi di S.Antonio Abate” m. 6 X 4 – Chiesa di San Clemente Galluccio
Encausto – circolo Artistico Politecnico di Napoli
Opera pittorica – Ente Regione Napoli
Monumento “Padre Pio” – opera scomparsa – Roccamonfina
Monumento dedicato ai “Caduti sul lavoro” – Città di Caserta
Monumento incompleto in fibra sintetica “Lo Storico Incontro” – Città di Teano
Gallerie: Galleria S.Luca (Latina); Galleria Del Corso (Latina); Galleria L’antenna (Bergamo); Galleria Bramante (Vigevano); Studio 83 (Napoli); Petrosil Gallery ex Rizzoli” (Milano); Galleria La Bottega del Quadro (Feltre); Galleria L’Arco (Giugliano); Galleria Il Convegno (Genova); Galleria Il Semaforo (Firenze).
Cenni Bibliografici: Annuario Mondatori, Borsa d’Arte; Edizioni “Il Quadrato”; Il Pungolo Verde; Comanducci; Arte Mercato; Il Cigno; La Repubblica; Il Mattino di Napoli; Il Roma; Il Messaggero; L’eco di Bergamo; L’Unità; Il Secolo; l’Avvenire.
Si sono più volte interessate all’artista varie emittenti radio-televisive private e le tre reti di Stato.
(…) Rino Feroce, col suo personalissimo “giallo” che riverbera il sole dai silenziosi campi della sua terra, riprende con mano felice l’antichissima tecnica dell’encausto: ed i volti della gente affiorano sulla tavola con le drammatiche rughe che appartengono all’impasto di cera fusa, ma che sono le millenarie ferite di un popolo.
Max Vajro
(…) Attento ad ascoltare più la propria voce interiore che quella delle mode, Rino Feroce da tempo porta avanti, con estrema coerenza un suo discorso personale, dove la particolare tecnica da lui adottata e un’innata sensibilità coloristica si fondono con risultati che toccano spesso esiti di grande suggestione.
Michele Prisco
(…) Dalle opere di Rino Feroce si ricava un’impressione di un temperamento vitale nei suoi modi espressivi di artista senza prevenzione, liberamente attratto dagli aspetti umani e naturali e da tutto quello che nella realtà suscita impeti di fantasia creatrice: ora rapito nella contemplazione delle cose, ora trasceso dal misterioso potere che vivifica il mondo, ora commosso dal tramutarsi delle immagini dal vero e della natura…
Alfredo Schettini
(…) E il periodo che in altra occasione ha definito del real – surrelismo poetico, vale a dire che Feroce non si distacca dal reale ma lo elabora e lo trasfonde in qualcosa di impalpabile, di surreale per l’appunto, attraverso un raffinatissimo giuoco di luci, colori, dissolvenze, trasparenze e velature.
Bruno Rubino
(…) Le sue forme possono apparire dure, pesanti, realizzate con prepotenza e spontaneità come le figure dei grandi maestri del passato, e interpretate tutte con un senso di profonda contemplazione alimentata da una fantasia febbrile. La sua si può considerare una maturità artistica, un traguardo. E le sue opere migliori figurano in molti musei italiani e stranieri e in molte, moltissime collezioni private: da Roma a Tokio, da Napoli a Parigi, da Torino a New York.
da BORSA D’ARTE settembre 1971
(…) Osservate attentamente queste donne ad anche certi volti terragni di contadini, incisi da rughe profonde, sullo sfondo di paesaggi scabri, avari, realizzati, nella tecnica dell’encausto, con colori sobri e ritrosi, e converrete con me sul fatto che Feroce è uomo impegnato su un preciso terreno sociale, ma è soprattutto poeta per la capacità sua di sollevare la materia e di librarIa nella trasparenza della poesia.
Renato Filippelli